Protagonisti
Masquespacio

Fondato nel 2010 da Ana Milena Hernández Palacios e Christophe Penasse, Masquespacio è uno studio di successo che combina marketing e interior design per creare interni dallo stile inconfondibile, dove la luce e il colore sono i protagonisti assoluti

Colombiana lei, belga lui. Insieme si trasferiscono a Valencia, in Spagna, trasformando le rispettive culture e formazioni in punti di vista mobili e in un approccio innovativo al design d’interni. Interessati a rinnovare quell’effetto sorpresa che garantisce vitalità a ogni progetto, mantengono la propria cifra stilistica – mediterranea, tropicale, ipnotica e seducente – pur nell’alternanza di brand e collaborazioni, da The Student Hotel al giapponese Kento. E mentre i premi si moltiplicano – l’ultimo dei quali come Interior Designer of The Year assegnato dall’edizione spagnola del magazine T di The New York Times – i due creativi non si fermano e per la Design Week milanese hanno anche progettato una nuova linea di arredi che, come loro, si è giocosa e accattivante.

Il colore crea emozioni e per questo motivo non possiamo vivere senza. Tuttavia, anche se ne facciamo largo uso, utilizziamo sempre un pattern minimale, ripetendo i colori selezionati

Qual è la cifra stilistica di Masquespacio?

Il nostro obiettivo è creare customer experience uniche, adatte al target di ogni cliente, ma sempre con un tocco di innovazione e dettagli sorprendenti.

Come definireste il vostro uso del colore?

Per noi il colore crea emozioni e per questo motivo non possiamo vivere senza. Tuttavia, anche se ne facciamo largo uso, utilizziamo sempre un pattern minimale, ripetendo i colori selezionati. Che ci siano più o meno colori, sono comunque pochi i progetti che non hanno una paletteforte e ne abbiamo anche in arrivo alcuni con un approccio cromatico ancora più eclettico.

Di quali stimoli si nutre il vostro design? E quanto influisce la cultura spagnola?

All’inizio eravamo concentrati soprattutto sulle tendenze del design, oggi invece sono la quotidianità e i viaggi che facciamo ad avere un grande impatto sulla nostra visione. Per quanto riguarda la Spagna, la cosa interessante è che né io né Ana siamo spagnoli. Masquespacio è un mix delle tre culture di cui facciamo parte: quella spagnola, quella colombiana e quella belga. Tutte possono essere ritrovate non soltanto nel nostro design, ma anche a livello personale. Molti hanno definito il nostro stile “mediterraneo”, per via del colore e della luce intensa: tenendo presente che viviamo in una città con 300 giorni di sole all’anno, è impossibile non esserne ispirati, anche se l’emozione che Ana mette in ogni progetto fa indubbiamente parte del suo carattere colombiano.

Per il brand di ristorazione giapponese Kento avete progettato già diverse sedi: come riuscite ogni volta a essere innovativi?

Ciascun Kento deve rappresentare l’identità del marchio. Ogni volta facciamo leggere modifiche su materiali e colori, cercando di rinnovare l’effetto sorpresa. Per la terza sede abbiamo posizionato su diverse pareti alcune strisce di legno. Anche i colori sono più pop. Per il prossimo Kento utilizzeremo invece piastrelle più grandi su pavimenti e pareti, pur mantenendo lo stile originale che mescola legno e materiali industriali.

Come si configura secondo voi un negozio di successo?

Oggi che tutto si può acquistare online, le persone hanno meno interesse nell’andare nei negozi. Per questo un negozio di successo deve essere più di un semplice punto vendita: deve connettere il cliente e farlo sentire importante, facendogli al tempo stesso vivere una nuova esperienza. Deve essere poi un luogo capace di rafforzare il rapporto tra brand e cliente, cercando di far sentir quest’ultimo parte del marchio e orgoglioso di utilizzarne i prodotti. Per il negozio Rubio che abbiamo disegnato, ad esempio, abbiamo raggiunto questo obiettivo attraverso piccoli dettagli interattivi che raccontano qualcosa della storia del brand, ma offrono anche l’opportunità di divertirsi. Rendere felici i clienti è il modo migliore per connettersi a loro e farli innamorare dei propri prodotti.

Quali caratteristiche deve avere invece un hotel progettato per i millennial?

I millennial più di ogni altro gruppo sono un obiettivo da raggiungere quando si cerca l’innovazione. A portarli in un hotel sarà un design unico e sorprendente che condivideranno sui social e con i loro amici. Riteniamo quindi che una struttura progettata per loro dovrebbe essere piena di dettagli, dalla facciata all’ingresso, ma anche dare un tocco speciale ad angoli spesso dimenticati come gli ascensori. Le camere d’altra parte dovrebbero avere tutte uno stile diverso per far sì che il cliente, tornando, rimanga sempre sorpreso e abbia la sensazione di star vivendo un’esperienza indimenticabile.

Come immaginate gli uffici di domani?

Io e Ana ne parliamo spesso e non siamo sicuri, ad esempio, che il fattore divertimento introdotto da Google offra davvero qualcosa in più. Siamo però convinti dell’importanza di avere un’estetica interessante, che aiuti i dipendenti a migliorare la qualità del loro lavoro. La tecnologia, che fa già parte degli uffici di oggi, migliorerà sicuramente negli anni a venire, ma riteniamo che il boom del coworking sarà seguito dalla capacità di venire associato al concetto di coliving. Questo darà alle aziende la possibilità di offrire ai propri dipendenti un pacchetto completo di servizi e allo stesso tempo di integrarli nella filosofia del brand.

Qual è il progetto più complesso con cui vi siete confrontati fino a oggi?

Sicuramente i due progetti a cui abbiamo iniziato a lavorare nel 2017 per The Student Hotel a Barcellona. Non avevamo mai realizzato hotel tanto grandi e confrontarci con un team così numeroso è stata per noi una sfida che si è conclusa con successo. Saremo sempre grati a The Student Hotel per questa opportunità.

Che tipo di dialogo instaura il vostro design d’interni con il progetto architettonico?

Partiamo sempre dall’idea di mantenere elementi architettonici originali come stampi, travi, pilastri di cemento e così via. Se lavoriamo a un progetto in cui questi elementi del passato esistono, la nostra sfida è dare vita a un design contemporaneo capace di rispettarli. Per quanto riguarda i nuovi progetti invece, cerchiamo sempre di creare installazioni a soffitto, rendendole parte del nostro design.

Quali novità avete in cantiere?

Qui a Valencia stiamo realizzando alcuni progetti di ristorazione, mentre abbiamo in atto collaborazioni più grandi a Barcellona e Madrid. A settembre poi è prevista l’apertura del nuovo hotel che abbiamo disegnato a Berlino per il brand The Student Hotel. Ma stiamo lavorando anche a una collezione che vorremo presentare l’anno prossimo a Milano con Mas Creations, brand che rappresenta la nostra visione al 100%.