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Studio Maurizio Lai

Scenografici ed emozionali, gli spazi progettati da Maurizio Lai fin dal primo colpo d’occhio colpiscono per l’intenso dialogo che la materia intreccia con la luce, esaltata e riflessa all’infinito. Mentre i volumi si dispongono in fluida successione e proprio grazie alla luce acquisiscono una dimensione scultorea

Originale, distintiva, intensa: la cifra stilistica di Maurizio Lai è immediatamente riconoscibile ma, al contempo, pronta ad adeguarsi alle specificità di ogni singolo luogo e progetto. Architetto, classe 1965, con una formazione multiforme che si basa innanzitutto sull’amore per la sperimentazione e su una creatività dirompente che, fin da studente, prima a Venezia e poi al Politecnico di Milano, lo ha spinto a integrare il percorso universitario con l’attività di scenografo per Rai e Mediaset e per il teatro. Nel 1998, a Milano, fonda lo Studio Lai e proprio questo suo insolito percorso formativo e professionale emerge in tutte le sue architetture d’interni, caratterizzate da superfici e volumi che creano suggestive scenografie, di luce e materia.

“La luce è il mio linguaggio, una parte integrante e fondamentale della mia architettura, quasi fosse materia, un elemento costruttivo” Maurizio Lai

Il suo ricco portfolio comprende progetti residenziali, office e retail per marchi come Longines, Montblanc e Gucci, Ventaglio Travels Group e The Club Med. Intensa ed emblematica del suo stile l’attività di progettazione di locali dedicati al food e alla ristorazione: spazi che fin dal primo colpo d’occhio colpiscono per l’intenso dialogo che la materia intreccia con la luce, quella che proviene da studiati corpi illuminanti o che naturalmente filtra da corti e lucernari, esaltata e riflessa all’infinito da specchi, vetri, cristalli acidati o intrecci di maglie metalliche che invadono soffitti e pareti. Locali nei quali i volumi si dispongono in fluida successione e proprio grazie alla luce acquisiscono una dimensione scultorea che amplifica la percezione dello spazio, mentre studiati bagliori e accenti luminosi indicano e scandiscono percorsi e funzioni.

Lontano dai canoni convenzionali, nei suoi progetti per la ristorazione la fusione fra architettura e scenografia assume una forma espressiva propria, una narrazione coinvolgente che Lai sviluppa attraverso una sapiente costruzione di effetti ottici e prospettici. Nascono così veri e propri “teatri di luce e materia”, pronti ad accogliere contemporanei rituali di convivialità e sapore. Atmosfere quasi incantate, memorabili, che ben interpretano l’esigenza di creare luoghi che sappiano emozionare gli ospiti e che lascino impressi nella loro memoria ricordi unici. Una raffinata psicologia dello spazio sempre concepita per chi lo spazio lo vive.

Dettaglio e materia

Ma non è solo una questione di emozioni. I progetti di Maurizio Lai sempre si basano anche su una attenta analisi distributiva dello spazio, su un elevatissimo numero di elementi customizzati – in primo luogo le luci – e su una accurata e originale scelta dei materiali, minuziosa e sperimentale, spesso frutto di manipolazioni e accostamenti sorprendenti. Legni, ceramiche, cristalli, acciaio, plexiglas vengono accoppiati secondo sequenze che con evidenza scaturiscono da una creatività curiosa e versatile, pronta a esplorare più che a ripetersi secondo forme e modelli consolidati. Trasparente, materico o setoso: ogni materiale viene valutato e scelto per superficie e consistenza, e in un continuo gioco manipolatorio viene stampato, inciso, verniciato, brunito per esaltarne l’identità espressiva e funzionale. Per ogni “teatro”, una regia perfetta.