Architettura
Test articolo: Casa raslei

Nel Canton Ticino, il restauro di Casa Raslei è un intervento esemplare, con l’intrinseco potenziale di fare scuola per una moltitudine di condizioni e contesti paragonabili. Un progetto dello studio Buchner Brundler Architekten

La riflessione sul restauro mostra uno studio approfondito, quasi archeologico dell’intervento che si pone a metà tra autenticità e interpretazione contemporanea”. Così si è espressa la giuria del Premio SIA Società svizzera Ingegneri Architetti a proposito della ristrutturazione di una casa rurale a Mosogno, nel Canton Ticino, progettata da Buchner Bründler Architekten.

Infatti, il potere evocativo dell’intervento di restauro di Casa Raslei è notevole, in esso coesistono due dimensioni temporali ma l’approccio scelto dagli autori diverge dalle consuete modalità compositive dell’Upgrade Architecture. Il nuovo è senza clamore, retrocede sullo sfondo, limitandosi a pochi elementi a basso impatto costruttivo e tecnologico. Ci troviamo nella profonda valle Onsernone, dove un complesso di case in pietra – ampliato nel corso delle generazioni e rimasto disabitato per molti anni – è arroccato su un crinale aperto verso le montagne con una terrazza.

Con pochi interventi spettacolari – che più decostruiscono e meno aggiungono – si è cercato di preservare l’atmosfera e l’identità del luogo

Qui il committente ha richiesto che dal complesso venisse ricavata una residenza per le vacanze, ma realizzata con mezzi semplici e risorse limitate. Le condizioni – soprattutto quelle della casa principale – erano davvero pessime, con tutti gli elementi in legno, come le strutture a travi o i solai intermedi, in avanzato stato di degrado. L’edificio principale è stato quindi trasformato in una grande sala estiva, mentre l’annesso, meglio conservato, è stato convertito in uno spazio abitativo invernale. Lo studio Buchner Bründler Architekten ha quindi optato per un intervento insolito e per certi versi innovativo, che si pone a metà tra autenticità e interpretazione contemporanea: un compromesso tra messa in sicurezza dell’esistente e ristrutturazione.

La classica struttura a piccole camere dell’edificio principale è stata smantellata e sostituita da una grande sala su due piani, con le pareti che testimoniano gli usi degli abitanti del passato. Invece di scomparire dietro uno strato di intonaco bianco, la storia dell’edificio è chiaramente leggibile: muri e tracce degli antichi spazi abitativi restano visibili, così come le pietre a vista della cantina sottostante. Un pavimento in calcestruzzo è stato colato per facilitare la percezione complessiva dell’ambiente mentre al centro un camino racchiuso da una monumentale struttura metallica sostiene un frammento di muro e rinforza le pareti.

Inoltre, visto che non è stato possibile mantenere la struttura del tetto in legno, la sala estiva è oggi coperta da un tetto in lamiera ondulata che poggia su una struttura in acciaio e offre protezione dalle intemperie. L’aria, i suoni e i cambiamenti atmosferici sono quindi percepibili all’interno. In una piccola struttura accanto alla sala estiva è stato realizzato il bagno: anche qui non era possibile salvare la copertura in legno e l’annesso è ora racchiuso da una scenografica cupola in cemento. Di contro, la struttura dell’annesso a ovest risultava intatta fino al tetto ed è quindi stata ristrutturata come vera e propria residenza.

La sala estiva è sormontata da una copertura in acciaio corrugato sorretta da un sistema di capriate. Al centro dello spazio, l’antico focolare in pietra, sostenuto da una monumentale struttura in ferro

Uno spazio abitativo rifinito, con interni in legno dipinto di nero, climaticamente ed energeticamente controllato, che viene utilizzato per cucinare, mangiare, dormire e ripararsi dalle intemperie invernali. Il trattamento rispettoso della sostanza storica è stato sorprendente: un coerente e rigoroso – ma anche mirato e controllato – esercizio di equilibrio tra autenticità e pittoresco, volto a preservare l’atmosfera e l’identità del luogo attraverso pochi interventi specifici. Interessante la volontà di recupero anche minimale – e con risorse economiche limitate – come riscatto di un’architettura vernacolare e della sua storia e abili gli architetti che hanno convinto i committenti a intraprendere un progetto così delicato, che lascia ancora margine per operazioni future.

In questo senso Casa Raslei è un intervento esemplare, con l’intrinseco potenziale di fare scuola per una moltitudine di condizioni e contesti paragonabili.

Questo articolo è estratto da The Book 28. Sfoglia il numero.